Sulle motivazioni delle pronunce della Corte Costituzionale

Il Direttivo di Confederazione Legale ha svolto una prima disamina delle motivazioni dimesse dalla Consulta a supporto delle statuizioni circa l’obbligo vaccinale.

Posto che l’esito – integralmente negativo per chi confidava nel ripristino della legalità costituzionale – era già noto sin dall’emissione del Comunicato stampa, si possono ora svolgere alcune brevi considerazioni sui passaggi fondamentali delle motivazioni delle due pronunce di rigetto (la terza è di inammissibilità per difetto di giurisdizione del rimettente).

Ci si trova, realmente, di fronte ad un cambio di paradigma da parte del Giudice delle leggi, che, svolte ampie premesse in fatto sul contesto giuridico e sanitario dell’autoproclamata emergenza, ha inteso giustificare ogni restrizione dei diritti primari – in particolare quello al lavoro – affermandone la non irragionevolezza secondo i canoni costituzionali.

Nel far ciò, la Corte non ha avuto remore nell’operare una vera e propria rilettura “emergenzialmente orientata” della propria giurisprudenza del trentennio precedente, tradendone le istanze di tutela della persona, sia sotto il profilo dell’autodeterminazione che sotto quello strettamente sanitario.

L’operazione – che ha il sapore di una vera e propria riscrittura del passato di stampo orwelliano – ha il suo necessario complemento nella ricognizione di un concetto di “scienza” ridotto a mere nozioni, selezionate e confezionate da istituzioni sotto il controllo dell’esecutivo, rese disponibili per l’esecutivo medesimo nel momento in cui la decisione viene assunta, in una vera e propria orgia di autoreferenzialità del potere che non lascia spazio ad istanze di tutela della persona. Il passaggio che desta le maggiori preoccupazioni e perplessità è quello della sentenza 14/2023 in cui si avalla espressamente la possibilità del sacrificio del singolo nell’interesse della collettività. Un’apertura di credito ad un nuovo totalitarismo attuato su basi scientistiche.

Da tali premesse, la Corte Costituzionale è pervenuta a sancire la “non irragionevolezza” di scelte del legislatore, espressamente motivate con l’esigenza della “prevenzione dal contagio”, individuando il beneficio per la collettività in una congerie di considerazioni diverse e quantomai nebulose, insistendo anche su dati relativi al funzionamento del sistema sanitario che neppure si sarebbero dovuti prendere in considerazione in un corretto giudizio di bilanciamento degli interessi.

Esaminando, infine, il passaggio motivazionale in cui, con ragioni palesemente pretestuose, si respinge la strategia alternativa proposta da alcuni rimettenti ed incentrata sui test diagnostici, ben può dirsi che l’esito finale cui la Consulta è pervenuta è, né più né meno, che la negazione della realtà nella sua autoevidenza.

È forse questa l’ora più buia del nostro ordinamento, quella in cui la legislazione tirannica degli ultimi tre anni pare conseguire un crisma di legittimità, sancendosi, in sostanza, che a fronte di un siffatto blocco di poteri – che solo “sulla Carta” si rapporterebbero tra loro in relazione dialettica – per il cittadino non può esservi tutela giurisdizionale nei confronti dell’arbitrio, sempre giustificabile con l’emergenza di turno.

Con tali pronunce, in estrema sintesi, la Consulta ha perso l’occasione di proclamare ai cittadini, e al mondo, che l’Italia è un paese libero, anzi parrebbe voler mettere una pietra tombale sui diritti di libertà che i padri costituenti vollero scolpire nella Carta.

È per contrastare questo stato di cose che Confederazione Legale è nata ed ha mosso i suoi primi passi ed intende perseverare affinché, anche grazie alla presa di coscienza di vasta parte della popolazione e ad una opposizione attiva nella vita sociale, il cambio di paradigma possa essere ribaltato e si possa scongiurare il definitivo scivolamento della Repubblica italiana nell’abisso distopico totalitario cui sembra proiettata.

Mai come ora, il verso virgiliano che esorta a non cedere al male ma ad opporvisi con crescente coraggio appare di drammatica attualità.

Confederazione Legale per i Diritti dell'Uomo

La Presidente
Avv. Renate Holzeisen

Il Vice-Presidente
Avv. Alessandro Fusillo


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La Corte costituzionale ammette l’opinione di Confederazione Legale